Nagai a scuola

Cari genitori,

ci tengo a condividere con voi la grande occasione che la nostra scuola ha vissuto giovedì ospitando lo spettacolo “Nagai, l’uomo che portò la pace a Nagasaki”.

Nel momento drammatico e cruciale della guerra in Medio Oriente (e in Ucraina) è stato importantissimo conoscere la testimonianza di un uomo che ha costruito la pace non accendendo altro odio e rabbia, ma offrendo se stesso per la ricostruzione e la speranza del suo popolo. In un mondo lacerato dai conflitti, abbiamo toccato con mano, attraverso la testimonianza di Nagai, la novità introdotta nella storia dal cristianesimo.

 

Al mattino il nostro teatro era pieno di ragazzi del liceo, delle terze medie e di altre scuole superiori che sono stati investiti da una coreografia essenziale, ma poetica, fatta di gesti e parole curate, ricercate, tratte dai testi di Nagai stesso, dalle  immagini del famoso illustratore Roberto Abbiati, dalle musiche che riprendevano la tradizione orientale e quella occidentale, con la presenza di una cantante lirica giapponese, Yukiko Aragaki che ha cantato due arie della Madama Butterfly di Puccini. Man mano che lo spettacolo di un’ora e mezza procedeva, senza interruzione, si smorzavano il brusio, e le risatine dei nostri ragazzi per i gorgheggi a cui non sono abituati. In quel momento ho pensato che avevamo fatto bene a rischiare di offrire a degli adolescenti una ricchezza artistica e una profondità culturale che talvolta non riteniamo alla loro portata. Ancora una volta ho sperimentato la bontà del nostro metodo educativo che si basa sulla fiducia nel cuore dei nostri ragazzi che hanno fame di proposte all’altezza del loro desiderio, anche quando fosse un po’ assopito o addirittura quasi spento. Al termine dello spettacolo, quando gli attori erano disponibili ad accogliere domande e osservazioni, ho ringraziato “perché ci avevano trattato bene” e questo non succede sempre quando si abbassa il livello perché “i ragazzi di oggi…” e via con il lamento.

 

Inoltre, mi ha fatto molto riflettere la cantante giapponese che rappresentava Midori e il rapporto discreto, ma decisivo con il marito. Pur avendo studiato a Tokyo Yukiko Aragaki, rispondendo ad una studentessa, ha detto di aver conosciuto la storia di Takashi Nagai a Milano, in occasione di questo spettacolo. Mi sono resa conto della responsabilità che abbiamo come scuola, e scuola cattolica, di far emergere, proporre e studiare eventi, protagonisti, testimoni di un’umanità grande e vera che per tanti motivi vengono obliterati, se non censurati e che possono contribuire alla formazione di persone libere e positive.

“Vagliate tutto e trattenete il valore”. L’invito di San Paolo potrebbe essere il programma di una cultura nuova, cioè di una scuola.

 

Infine, la sera, alla replica aperta alla città, la presenza di Akira Chiba, ambasciatore del Giappone presso la Santa Sede e la lettera che l’Arcivescovo di Nagasaki, Pietro Nakamura Michiaki, ci ha inviato per l’occasione, ci hanno fatto vivere quell’apertura al mondo cui la nostra scuola tiene tanto:

“Voglio congratularmi per la vostra opera teatrale “L’uomo che portò la pace a Nagasaki”, sulla storia di Takashi e Midori Nagai.

Il dottor Takashi Nagai e la sua sposa Midori sono nostri concittadini di Nagasaki ma, poiché la loro fede e la loro forza di testimoniare la pace vanno ben oltre Nagasaki, essi ormai appartengono a Dio come suoi figli, e sono

compagni di tutti coloro che cercano la pace e la verità, in tutto il mondo.”

 

Un caro saluto,

La Coordinatrice ed-didattica

Maria Michela Romagnoli

 

Roma, 22 ottobre 2025